Settimana lavorativa di 4 giorni, utopia o sogno realizzabile?

La settimana lavorativa di 4 giorni è un tema sempre più discusso a livello internazionale e, negli ultimi anni, anche in Italia.

Cosa comporta esattamente questa rivoluzione del lavoro? E quale potrebbe essere l’impatto per i professionisti dell’organizzazione? In questo articolo, insieme ad altri professional organizer abbiamo dato il nostro contributo per esplorare questo argomento e offrire la nostra prospettiva come APOI.

 

Cos’è la settimana lavorativa corta

La settimana lavorativa corta prevede la riduzione dei giorni lavorativi settimanali da cinque a quattro, mantenendo lo stesso monte salariale e lo stesso livello di produttività. Si tratta di un cambiamento che punta a un equilibrio migliore tra vita privata e lavorativa, riducendo l’orario settimanale senza intaccare la qualità del lavoro.

L’obiettivo principale è aumentare l’efficienza: meno ore, ma più concentrazione e produttività, grazie a una gestione del tempo più attenta e mirata.

Questo modello si basa sulla filosofia del “lavorare meglio, non di più”.

 

Quali aziende nel mondo la stanno adottando

Diverse aziende nel mondo hanno adottato la settimana corta con risultati positivi.

In Nuova Zelanda, Perpetual Guardian l’ha introdotta nel 2018, aumentando la produttività del 20% e migliorando il benessere dei dipendenti.

Nel Regno Unito, un esperimento del 2022 ha coinvolto oltre 70 aziende, con il 92% che ha mantenuto il nuovo orario dopo la prova.

Microsoft Japan: Nel 2019, Microsoft ha testato la riduzione della settimana lavorativa a quattro giorni con il progetto Work-Life Choice Challenge. Il risultato è stato un aumento della produttività del 40%, una riduzione del consumo energetico e un miglioramento del benessere dei dipendenti.

Buffer (USA): La nota azienda di social media management ha introdotto la settimana corta nel 2020 come esperimento per migliorare il benessere del team. I risultati sono stati così positivi – con maggiore produttività e meno stress – che la misura è diventata permanente, dimostrando che meno ore lavorate possono portare a migliori performance.

 

Quali aziende la adottano in Italia

In Italia, l’introduzione della settimana lavorativa corta è ancora in fase sperimentale, ma alcune realtà stanno facendo da apripista.

Luxottica ha avviato un progetto pilota coinvolgendo 600 dipendenti, offrendo loro la possibilità di lavorare dal lunedì al giovedì mantenendo invariato lo stipendio.

SACE ha lanciato l’iniziativa “SACE Flex4Future”, che prevede una settimana lavorativa di quattro giorni su base volontaria per 950 dipendenti, senza riduzioni salariali.

La frammentazione delle imprese italiane (95,13% con meno di 10 dipendenti) ostacola la diffusione della settimana corta. Tuttavia, il 73% dei lavoratori coinvolti si dichiara più soddisfatto, il 40% dorme meglio e il 60% trova più facile conciliare lavoro e vita privata. Inoltre, 56 aziende su 61 hanno prolungato la sperimentazione e 18 l’hanno resa permanente.

 

Quali sono i vantaggi per i lavoratori

In un mondo del lavoro in continua evoluzione, la settimana lavorativa corta porterebbe un beneficio creando ambienti di lavoro più felici e sostenibili.

I benefici per i dipendenti sono numerosi:

  • Miglior bilanciamento tra vita privata e lavoro: avere un giorno libero in più permette di dedicarsi a famiglia, hobby e benessere personale.
  • Riduzione dello stress: meno ore lavorative riducono il burnout e migliorano la salute mentale.
  • Maggiore motivazione e produttività: lavorare con un obiettivo di efficienza spinge i dipendenti a ottimizzare il proprio tempo.

 

Quali sono i vantaggi per i datori di lavoro

Un dipendente più sereno, che ha un maggior controllo della propria vita privata e la possibilità di avere tempo per i propri progetti, affetti e hobby è una risorsa non solo più ingaggiata ma più produttiva.

Alcuni vantaggi concreti che ottengono:

  • Aumento della produttività: una giornata lavorativa in meno porta a una maggiore concentrazione e performance durante i giorni lavorativi.
  • Attrattività sul mercato del lavoro: offrire una settimana corta rende l’azienda più competitiva nell’attrarre talenti.
  • Riduzione dell’assenteismo: dipendenti più riposati e soddisfatti tendono a essere più presenti e coinvolti.

Infine non va sottovalutato l’aspetto del risparmio su alcune voci di costo; tenere chiusa l’attività un giorno in più a settimana comporterebbe una riduzione di spese come l’energia elettrica e il riscaldamento.

 

Come impatta l’organizzazione su un numero di ore ridotto

Modificare un’abitudine consolidata negli anni di lavoro, è sfidante e l’avere meno tempo a disposizione per lavorare, potrebbe essere, all’inizio, causa di stress e ansia.

È qui che entra in gioco l’organizzazione personale, con un ruolo fondamentale nell’apprezzare i benefici della settimana corta. Una gestione efficace del tempo e delle attività permette di mantenere la produttività, ridurre lo stress e aumentare il tempo per la vita privata.

Diventa essenziale:

  • Migliorare la gestione delle riunioni riducendone il numero e rendendole più brevi
  • Implementare tecniche di gestione del tempo, come il metodo Pomodoro
  • Concentrarsi sulle attività prioritarie, riducendo distrazioni e sprechi di tempo applicando ad esempio la matrice di Eisenhower
  • Gestire l’agenda con la tecnica del time blocking per dedicare momenti della giornata a leggere e-mail o rispondere a messaggi, anziché farlo continuamente, per lavorare in modo più fluido

Le aziende che hanno avuto successo con la settimana corta spesso hanno introdotto strumenti digitali collaborativi (come Trello o Asana) facilitando la condivisione delle informazioni senza necessità di riunioni continue.

Un consiglio alle aziende che vogliono adottare la settimana corta

Come professional organizer, ho riscontrato dai clienti che, il vero problema delle persone non è la mancanza di tempo, ma l’uso che ne fanno.

Le aziende dovrebbero investire nello sviluppo delle competenze organizzative dei dipendenti: un lavoratore che sa gestire priorità, darsi obiettivi, pianificare, controllare le interruzioni, ma anche concedersi delle pause e valorizzare il proprio benessere, avrà la consapevolezza di gestire in autonomia il carico di lavoro professionale e personale.

 

Cosa ne pensiamo come APOI

Noi di APOI vediamo nella settimana lavorativa di 4 giorni un’opportunità di innovazione lavorativa. Come professional organizer, sappiamo quanto sia importante una gestione consapevole del tempo.

La settimana corta dovrebbe essere accompagnata da un’ottimizzazione del lavoro: la riduzione di ore senza un cambio di metodo rischia di portare al fallimento dell’iniziativa. Per funzionare, deve migliorare sia la produttività dei dipendenti che la qualità dei servizi aziendali, rappresentando una vera sfida.

L’attuazione richiede un’accurata pianificazione, è vitale mappare i processi organizzativi interni per migliorarli ed ottimizzarli anche attraverso un’adeguata automazione.

Proprio qui entrano in gioco i professional organizer: per supportare aziende e professionisti, nella transizione offrendo strumenti e strategie organizzative, di pianificazione e gestione di tempo e progetti in maniera efficace che aiutino nella distinzione di attività tra compiti urgenti e importanti.

Questo modello può favorire una cultura del lavoro più sostenibile, dove la produttività non si misura in ore passate alla scrivania, ma in obiettivi raggiunti.

Una gestione consapevole del tempo rende la settimana corta non solo un’opportunità per lavorare meno, ma soprattutto per lavorare meglio.

 

Autrice Lara Coffari, socia senior qualificata APOI n° 298

Redazione Valentina Di Chiara, socia senior qualificata APOI n° 311

 

Con il contributo di:

Cristina Casula, socia senior qualificata APOI n° 213

Francesco Luciani, socio senior qualificato APOI n°294

Sara Cecchetti, socia senior qualificata APOI n° 265

Sara Mantovani, socia senior qualificata APOI n° 147

 

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