Organizzare un trasloco
Mi aprì la porta e in preda al panico mi disse: “Non so da che parte cominciare, sono in preda al panico e sommersa dagli scatoloni!”
Ho affrontato parecchi traslochi personali e mi immedesimo sempre nei clienti, cercando di capire, anche grazie a quella che è stata la mia esperienza, quali sono le preoccupazioni, gli ostacoli e l’impegno che richiede una simile operazione.
Quindi, come prima cosa tranquillizzai la mia cliente, facendole capire che, un passo alla volta, saremmo arrivate alla soluzione. Beatrice (un nome di pura invenzione) mi aveva contattato perché avrebbe affrontato di lì a poco un trasloco ed era arrivata ad un vicolo cieco: tanti scatoloni pronti per essere riempiti, ma senza sapere da che parte cominciare, con il rischio di buttare dentro cose alla rinfusa, senza criterio.
Il sopralluogo
Per rendermi bene conto della situazione, sono andata a fare un sopralluogo, durante il quale ho visitato la casa e ho avuto modo di parlare con Beatrice: mi ha spiegato che si sarebbe trasferita in una casa più piccola, con la sua famiglia, e aveva paura di avere troppe cose e di non riuscire a portarle tutte, ammettendo che sicuramente ci sarebbe stato qualcosa da buttare.
Durante il sopralluogo abbiamo pianificato i passi successivi e, grazie alle informazioni raccolte, ho potuto sviluppare tre tipi di preventivo che andavano dalla consulenza fino all’intervento in loco insieme a Beatrice. Lei ha optato per l’intervento in presenza e così abbiamo deciso la data di inizio!
Il giorno prima mi ha inviato un messaggio di ringraziamento perché quello che stava per fare le sembrava difficile da affrontare da sola, ma con una persona in aiuto si sentiva più leggera.
Il trasloco
Prima di iniziare abbiamo assegnato un colore ad ogni stanza da riportare sulle scatole. In questo modo, una volta nella casa nuova, avremmo saputo subito dove posizionare gli scatoloni.
Siamo partite dagli oggetti del soggiorno (blu) perché era l’unica stanza già pronta nella casa nuova. La prima difficoltà furono i libri: cosa fare di quelli mai letti o mai più consultati?
Se si è particolarmente affezionati, si tengono, altrimenti vanno eliminati, che non vuol dire buttati via, ma magari donati a una biblioteca o a una scuola.
Beatrice era combattuta e mi ha confessato di aver tenuto più libri di quanti in realtà avrebbe nuovamente letto o consultato, ma avevamo già fatto un bel lavoro, e, infatti, nella nuova libreria c’era posto per tutti, lasciando anche degli spazi liberi!
Secondo ostacolo: la vetrinetta con i bicchieri e i piatti del “servizio buono”. Non ci sarebbe stato spazio nella casa nuova, ma Beatrice non li avrebbe mai voluti eliminare.
Così, li abbiamo imballati uno a uno e abbiamo deciso di portare lo scatolone in garage, nell’attesa di capire gli spazi della cucina nuova. Nel frattempo, la vetrinetta, che era un po’ datata e ingombrante, è stata portata al mercatino dell’usato.
Il lavoro in soggiorno è proseguito senza altri intoppi e Beatrice era incredula, pensava di impiagare molto più tempo!
Il giorno successivo abbiamo affrontato la cucina (verde). Abbiamo eliminato i piatti e i bicchieri sbeccati, qualche pentola usurata e i contenitori che non si chiudevano più bene ermeticamente, è stato un lavoro abbastanza veloce.
Un aspetto un po’ più difficile è stato l’organizzazione della nuova cucina: abbiamo studiato gli spazi e cercato di renderli funzionali alle esigenze di Beatrice. Gli oggetti utilizzati più spesso hanno trovato posto negli spazi a portata di mano e, invece, nei pensili in alto abbiamo organizzato gli elettrodomestici utilizzati meno.
Essendo una cucina piccola, Beatrice ha dovuto selezionare gli oggetti che sicuramente avrebbe adoperato, a discapito di altri magari belli esteticamente, ma poco funzionali, che abbiamo imballato e portato in garage, in attesa di capire se tenerli come scorta o eliminarli (o donarli) del tutto. Ho consigliato a Beatrice di darsi una scadenza per decidere se tenere o regalare questi oggetti.
È stata poi la volta della camera (rosso): abbiamo preparato uno scatolone per i vestiti da donare, uno per quelli da tenere e uno per quelli da eliminare del tutto. Abbiamo anche temporaneamente appoggiato sul letto i vestiti che Beatrice avrebbe dovuto provare prima di decidere cosa farne.
Il processo di decluttering (eliminazione del superfluo) è necessario soprattutto quando si affronta un trasloco in una casa più piccola – qualcosa che non utilizzi più si trova sicuramente! – e funziona così: prima si individuano i vestiti rovinati, rotti o infeltriti: quelli vanno eliminati. A questi si aggiungono quelli fuori taglia e quelli che non mettiamo da tanto tempo o che non ci piacciono più. Per questa categoria si può decidere se donarli a qualche familiare o a chi ne ha più bisogno, e, se hanno valore, si possono lasciare in conto-vendita ai negozi dell’usato vintage di marca.
Il decluttering è stato utilissimo poi per organizzare i vestiti nell’armadio nuovo.
Studiando bene la disposizione dell’armadio, abbiamo deciso come organizzare i capi: nei cassetti t-shirt e tutto ciò che si poteva piegare. Inoltre, disponendo i capi in verticale, abbiamo guadagnato un sacco di spazio! Abbiamo poi preferito non utilizzare grucce troppo grosse o che facessero scivolare i capi appesi. Ultima accortezza: per l’intimo i divisori sono il top!
Affrontare il bagno (giallo) è stato abbastanza semplice: è stato sufficiente eliminare tutti i prodotti finiti, scaduti o che non venivano utilizzati. Visto che Beatrice non aveva molto spazio nel bagno nuovo, abbiamo organizzato gli asciugamani in verticale nei cassetti.
La casa nuova
Finalmente la casa nuova! La scelta di abbinare un colore ad ogni stanza si è rivelata vincente dopo il trasloco. L’esperienza di Beatrice è stata impegnativa a causa riduzione dello spazio dalla casa vecchia a quella nuova, ma, dopo un primo momento di sconforto, ha capito i benefici del cambiamento ed è riuscita ad effettuare le giuste scelte durante la fase di decluttering.
A intervento concluso, è stata entusiasta di poter riuscire a trovare tutto senza problemi: lo stress del trasloco non esisteva più e finalmente poteva godersi la sua nuova casa, trovando del tempo per sé e per i suoi cari.
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