Organizzare è naturale: progetta per sentirti parte attiva
Questo articolo è ispirato al primo punto del Manifesto dell’Organizzazione di Apoi.
“L’essere umano ha sempre diviso in categorie e organizzato idee e oggetti per ragioni di sopravvivenza. Assecondare questo istinto vuol dire aiutare la mente”.
Questo punto cade a pennello all’inizio del 2021 che viene percepito come l’anno della speranza, della rinascita, l’anno in cui ci auguriamo di poter tornare a vivere le nostre vite con quel briciolo di normalità che tanto ci manca. Il 2020 ci ha provato molto, non solo fisicamente, a livello di stanchezza. Anche, e soprattutto, mentalmente: è stato l’anno dei grandi adeguamenti e cambiamenti per qualcuno, dello stallo, invece, per qualcun altro.
Come fare allora per affrontare al meglio questo anno appena iniziato? Organizzando e… progettando.
“Trovo affascinante che molta gente pianifichi le proprie vacanze con maggior cura di quanto facciano per la propria esistenza. Forse è perché evadere è più facile di cambiare.”
JIM ROHN
La progettualità (pensare a qualcosa, svilupparne l’idea e portarla avanti per realizzarla) è fondamentale per gestire la nostra vita, per indirizzarla verso i nostri obiettivi, per vivere con la mente concentrata sì al presente, ma con il solo scopo di capire a che punto siamo arrivati.
I progetti, piccoli o grandi che siano, sono la spinta in avanti, il nostro carburante. Organizzare e pianificare nascono dall’istinto di sopravvivenza: nel momento in cui cessiamo di farlo inizia il declino a livello psicologico, con ripercussioni più o meno pesanti.
La pandemia ha congelato progetti, passioni e aspirazioni. Il motto #andràtuttobene non ci basta più, sarebbe più utile un #dadomaniricomincio per mettere in moto tutta quella serie di azioni, più o meno volontarie, che ci fanno sentire vivi e che ci fanno comprendere che abbiamo in mano le redini del nostro futuro.
Come riuscirci?
- Essere resilienti: comprendere l’accaduto, analizzarlo e mettere in campo le nostre risorse al fine di reagire alla specifica circostanza con spirito di adattamento e mantenendo una visione d’insieme positiva. La resilienza è uno degli istinti di sopravvivenza che interviene proprio nei momenti di maggior apatia e sconforto; ci aiuta a capire che siamo ancora in tempo per prendere in mano la situazione e volgerla verso la direzione che desideriamo.
- Essere proattivi: riuscire a tradurre un desiderio in un progetto, programmare dei piccoli passi raggiungibili, impegnarsi con anima e corpo organizzando e progettando ogni minima tappa che vogliamo raggiungere. L’individuo proattivo non si spaventa davanti agli ostacoli, bensì ragiona e trova un sistema per aggirarli senza soccombervi, perché è conscio che il risultato delle azioni dipende solo da se stesso e non da fattori esterni. Inoltre questo atteggiamento ci responsabilizza davanti ai fatti.
- Ricordarci che dobbiamo impegnarci in tutti gli aspetti della nostra vita con la ferma convinzione che solo noi possiamo influenzarla, grazie alla costante voglia di cambiamento e imparando dalle situazioni sia positive che negative (vedi la teoria della resistenza psicologica allo stress) le cui tre parole chiave sono impegno, controllo e sfida.
- Gratificarsi ad ogni piccolo step mettendo nero su bianco i vari obiettivi: al raggiungimento di ognuno di essi rallegrarsi e concedersi un piccolo premio che, oltre a farci stare bene, rende tangibile nell’immediato il fatto di averlo raggiunto.
Sembra apparentemente difficile riuscirci ma, dalla nostra parte, abbiamo il fatto che l’essere umano è abitudinario e, con l’allenamento, anche queste capacità diventeranno un atteggiamento spontaneo e quotidiano, apportando benefici in moltissimi aspetti delle nostre vite.
“Organizzarsi è naturale” perché è già presente nella nostra indole e deve solo emergere grazie alla nostra volontà.
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