Organizzare è consapevolezza
Nel pieno della pandemia da Covid-19 molti professional organizer hanno avuto una battuta d’arresto nella propria attività. Un grosso momento di confusione rispetto alle modalità attraverso cui far conoscere e offrire i propri servizi. Abituati come eravamo a interventi in casa di altre persone, ma anche a eventi di formazione in presenza, vederci limitare il nostro raggio d’azione è stato piuttosto sconvolgente.
Tanto più che, invece, ci rendevamo conto di quanto i nostri servizi sarebbero stati utili alle persone proprio in quel momento di grande cambiamento che stavamo tutti vivendo.
Ognuno di noi ha iniziato un piccolo viaggio all’interno del proprio business e di se stesso per capire come affrontare la nuova situazione, ma allo stesso tempo ci siamo rivolti, in cerca di aiuto, sostegno, comprensione e anche qualche pacca sulla spalla, alla nostra madre professionale: la nostra associazione, APOI.
I P.O. hanno chiesto e APOI ha risposto, in maniera assolutamente puntuale, creando il nostro manifesto. Un manifesto in dieci punti che tutti noi abbiamo sottoscritto e promosso con grande orgoglio.
In questi ultimi mesi, attraverso il blog ufficiale di APOI stiamo approfondendo ognuno di questi dieci punti e oggi parliamo del punto 8.
“ORGANIZZARSI È CONSAPEVOLEZZA”
Il rapporto dell’organizzazione con la consapevolezza è bi-direzionale.
L’organizzazione è infatti un potente mezzo per liberare spazio nella nostra vita: nella nostra dispensa, nei nostri armadi, ma anche nelle nostre agende, giornate e, finalmente, nella nostra mente.
Lo spazio, le energie, il tempo sono risorse che hanno un limite, non sono infinite.
Saperle gestire con saggezza vuol dire concederne la giusta quantità a ciascun aspetto della nostra vita, salvando e mettendo al sicuro delle scorte per utilizzarle in altre situazioni o contesti.
Questo vuol dire che se so organizzare la mia dispensa o il mio armadio, so cosa ho in casa e cosa mi manca: non compro di più, risparmio soldi, spazio e non spreco risorse che potrebbero essere utili ad altre persone.
Se so organizzare il mio tempo, so che devo cercare di limitare le distrazioni (in questo caso è molto facile additare i social, ma è utile ricordare che non sono questi l’unica fonte di distrazione) e cercare delle strategie per utilizzare bene il mio tempo.
Se so organizzare bene le mie energie, so che devo cercare di dormire bene, mangiare sano e fare attività fisica per non ammalarmi e potermi godere il resto della mia vita in salute
Infine, se so organizzare bene le mie idee, so che devo avere un sistema che mi aiuti a tenere traccia di tutti i miei progetti e cose da fare per non perdermi via i pezzi: le bollette da pagare, i vestiti per i figli da comprare e le scadenze da rispettare.
Quando questi aspetti della nostra vita sono organizzati, nonostante le nostre risorse rimangano sempre finite, abbiamo un margine di manovra maggiore rispetto a esse: abbiamo le idee chiare sui nostri obiettivi e su quanto tempo ed energie vi possiamo dedicare.
Il risultato è che avremo più spazio, più tempo, più energie, più concentrazione per altre cose, che non siano solo la mera sopravvivenza e il “tirare avanti”. Potremmo dedicarci alle nostre passioni, alle nostre vocazioni ai nostri sogni nel cassetto, ai nostri affetti, con presenza e consapevolezza.
Allo stesso modo, la consapevolezza è il trigger che spesso fa decidere a una persona di iniziare un percorso di organizzazione.
Schematizzando potremmo riassumere così quello che succede quando una persona decide di iniziare un percorso di organizzazione:
consapevolezza (presa di coscienza del problema) → organizzazione → consapevolezza2 (soluzione al problema + benefici a cascata su altri aspetti della propria vita)
La presa di coscienza del problema è quel momento in cui la tua dispensa o il tuo armadio esplodono, e non trovi più niente e ti innervosisci; in cui realizzi che continui a non rispettare le scadenze sul lavoro. È quel momento in cui ti rendi conto che ti senti sopraffatta dalle troppe cose da fare e non riesci più a respirare per tutte le palline che volteggiano sopra la tua testa.
Quando arriverà quel momento, se avrai la lucidità e la capacità di riconoscerlo; se avrai il coraggio di cercare una soluzione: saprai che puoi fare qualcosa e saprai a chi rivolgerti.
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