Insegnare il riordino ai bambini? Ecco il libro che fa per te

Ho letto l’arte di insegnare il riordino ai bambini di Nagisa Tatsumi qualche anno fa per poter offrire un supporto maggiore, in qualità di Professional Organizer, alle mamme che necessitano mettere in ordine tutto ciò che riguarda i loro figli e che, soprattutto, vogliono insegnare ai figli le regole base dell’ordine e dell’organizzazione. Ammetto tuttavia che la mia conoscenza in materia di bambini e riordino sia stata ulteriormente approfondita grazie al confronto con una pedagogista che mi ha supportato durante il mio percorso e mi ha dato tantissimi spunti utili, ma tornando al libro, vediamo perché è una lettura utile per tutti i P.O..

Non è detto si nasca con la capacità di riordinare e chi, meglio dei genitori, può insegnare ai propri figli le regole base per vivere una vita ordinata ed organizzata?

I bambini, pur non sapendo cosa significhi fare ordine, hanno un enorme bisogno di ordine. Questo dà loro la sensazione di avere tutto sotto controllo.

Ti sarà capitato di notare come, ritrovandosi con tutti i giochi sparsi per casa, i bambini vanno in tilt, iniziando, ad esempio, a lanciarli e a utilizzarli in modo improprio, come fosse un grido d’aiuto: “mamma, papà, aiutami a riportare la situazione alla normalità perché in questo disordine non ci capisco più nulla!”.

Quando i bambini tirano fuori i loro giochi (il travaso è l’attività preferiti dei bambini piccoli) lo fanno perché per loro è un momento di divertimento, che desiderano e amano, mentre il fatto di rimetterli a posto può essere sentito come un mero obbligo… soprattutto se i genitori dicono: “metti a posto i tuoi giochi o te li butto!”.

I bambini li rimetteranno a posto, ma lo faranno senza capirne la ragione e l’utilità, e soprattutto lo faranno solo perché temono un castigo e temono le conseguenze.

Questo atteggiamento, inoltre, porta con sé una perdita di credibilità, visto che molto probabilmente i giochi non verranno buttati.

Ecco che la lettura di questo libro può aiutare a cambiare l’approccio sul riordino con i bambini.

 

Nagisa Tatsumi insegna come esistano tre regole di base del riordino (con e senza i bambini):

  • rimettere al proprio posto le cose utilizzate in casa una volta terminato l’uso;
  • rimettere al proprio posto le cose prese da casa e utilizzate altrove una volta terminato l’uso (zaini, cestino del pranzo…);
  • trovare un posto o buttare le cose prese fuori casa una volta che queste entrano in casa (nuovi giochi, nuovi vestiti, disegni fatti a scuola, volantini…).

 

L’autrice sottolinea come sia necessario a questo punto creare delle abitudini:

  • Stabilire collocazioni fisse: “una casa per ogni cosa”. Questo permette di rimettere al proprio posto un oggetto senza pensare a dove debba essere collocato. Le mani devono quasi muoversi da sole, come fosse un’azione automatica.
  • Suddividere in tipologie: i giochi con i giochi, il materiale scolastico con il materiale scolastico ed i vestiti con i vestiti.
  • Definire le quantità: dopo un’accurata cernita dei giochi (butta quelli rotti e dona quelli che non usi più), si osserva lo spazio che rimane a disposizione. A seconda dello spazio si sceglie cosa tenere, si danno dei limiti spaziali e non si esce mai fuori da quei limiti, quindi se nel cestino delle macchinine non ci stanno più macchinine, non vanno messe nel cestino delle costruzioni.
  • Basta col dire “metti in ordine!”: Bisogna dare un tempo al riordino che sia tangibile anche ai bambini che non sanno cosa significhi “ancora cinque minuti e poi metti via”. Si può dire “appena termini di usare questo gioco rimettilo nella cesta dei giochi”, oppure “tira fuori il prossimo gioco solo dopo aver riordinato quello che stai usando”, o ancora “quando la mamma finisce di lavare i piatti metti via le macchinine, che è ora di mettere il pigiama”.
  • Facile da estrarre – facile da riporre: Tutto ciò che i bambini utilizzano in autonomia dev’essere riposto in modo funzionale per i bambini stessi e non solo per noi. Solo così saranno in grado di prenderlo e rimetterlo a posto senza il nostro aiuto. Se un gioco è fuori dalla loro portata non lo vedranno più e se ne dimenticheranno.
  • Creare delle norme di base: Non si devono riporre oggetti personali nei luoghi comuni, ad esempio, se metti i tuoi giochi all’ingresso danno fastidio agli altri componenti della famiglia e non bisogna accumulare le cose sopra i vari ripiani (pavimento, scrivania, lavatrice), ma solo negli appositi spazi.

 

Questo libro sottolinea come il riordino debba essere adatto alle età, infatti, a seconda dell’età dei bambini i genitori possono renderli partecipi nelle attività di riordino e di gestione della casa.

Trovo molto utili i consigli che l’autrice condivide per una gestione consapevole degli spazi e degli oggetti da parte dei bambini.

Eccone qualcuno:

  • Meglio non utilizzare scatole col coperchio o difficili da aprire: non si riesce a vedere il contenuto e si rischia che i bambini mettano sopra altre scatole, complicando l’accesso a quelle più basse oltre a richiedere l’intervento di un adulto, che significa una perdita di autonomia per il bambino.
  • Far capire ai genitori, in qualità di figure professionali, quanto sia importante che i bambini diventino responsabili anche quando invitano i loro amichetti a casa: per evitare il caos quando l’amico se ne va, caos che spesso viene riordinato dagli adulti, si può dare la regola che “prima di uscire si rimettono i giochi al loro posto”.
  • Coinvolgere i bambini nelle piccole mansioni quotidiane come portare il piatto usato nel lavandino, lasciare il WC pulito, rifare il letto e, quando lo fanno, ringraziarli per il supporto, questo li farà sentire molto importanti!

 

Il libro è scorrevole e ben strutturato, con spunti di riflessione utili, ma va sempre contestualizzato nella nostra società occidentale nella quale i bambini vengono il più delle volte messi sotto una campana di vetro, accuditi costantemente dai genitori che cercano di evitare loro ogni sforzo, senza però rendersi conto che, così facendo, minano la loro indipendenza e la loro autonomia.

 

 

Ingrid Benincasa

Socia APOI n. 231

 

 

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