Il principio organizzativo nell’educazione in famiglia
Negli ultimi mesi ho letto alcuni libri molto interessanti per il mio lavoro, ma uno in particolare mi è stato più utile e voglio consigliartelo: Organizzati e felici. Come affrontare in famiglia le principali sfide educative dei figli dai primi anni all’adolescenza di Daniele Novara, pedagogista, counselor e formatore. Ha fondato il CPP, Centro psicopedagogico per l’educazione.
Ora ti spiegherò il motivo del mio interesse per questo libro, ma soprattutto i concetti in cui mi sono pienamente ritrovata come stile e impostazione del mio lavoro di P.O. dedicato all’educazione.
Innanzi tutto il ritmo frenetico della vita odierna, e particolarmente della tua vita, se sei genitore, ti porta talvolta a pensare che ti è impossibile organizzarti bene. Posso invece suggerirti alcune situazioni quotidiane da cui partire perché, organizzate quelle, tutto scorrerà più fluido e sereno.
Prendi in esame le circostanze ordinarie della tua famiglia e guarda quelle che non funzionano, che ti provocano fastidio, nervosismo e ansia; parlane con chi le condivide insieme a te e prendete delle decisioni strategiche e non emotive o sentimentali.
Esempio 1: i tuoi figli non riordinano mai la loro camera? Ci sono giocattoli e oggetti sparsi? Domandati se hanno i contenitori adatti, pratici e funzionali per riordinare con efficacia e soddisfazione. È più strategico fare un acquisto insieme a loro, motivandoli, piuttosto che ripetere continuamente (o peggio urlare) “Metti in ordine!”.
Esempio 2: i tuoi figli non si decidono mai a iniziare il loro dovere di studio pomeridiano? Devi insistere ripetutamente perché si mettano a farlo? Siediti al tavolo con loro, decidete una routine quotidiana per lo svolgimento dei compiti scolastici, con tempi precisi e necessarie pause; così la rendete ufficiale e da quel momento diventa regola.
L’educazione ci chiede di essere molto concreti, come dice l’autore: “[…] passare da una visione educativa sprofondata nelle viscere emotive, ad una visione più leggera, se vogliamo liberatoria, che non pretende dai genitori nessuna forma di interpretazione psicologica nei confronti dei figli, ma che li aiuta, sempre nei limiti del possibile, a compiere le scelte giuste.”
Da qui puoi capire che nasce subito l’esigenza di organizzare le regole. Non si può ottenere qualcosa dai bambini dilungandosi in spiegazioni lunghe e noiose sul perché, il come e le teorie più improbabili che dovrebbero ascoltare e poi obbedire. In questo modo si confondono perché non comprendono come trasformare la lunga spiegazione in gesti concreti.
Avrai risultati più soddisfacenti se imparerai a dare comunicazioni di servizio (come le definisce appunto il professor Daniele Novara).
Esempio 1: “Mentre mangiamo la TV è spenta”.
Esempio 2: “La merenda si fa in cucina”.
Senza la spiegazione, si fa e lo si fa sempre, in modo che attraverso la consuetudine il bambino impara perché c’è un riscontro concreto.
Una volta organizzate le regole, non è però matematico che tutto fili liscio. Ti consiglio allora di tenere presente alcune cose:
- ambiente adatto; si possono eseguire correttamente le regole se l’ambiente lo consente, se è adeguato allo stile di vita ed all’età dei figli. La gestione dello spazio è importante;
- condivisione delle regole da parte di entrambi i genitori;
- attenzione all’età e allo sviluppo di ciascun figlio. Ricorda che ogni cosa a suo tempo;
- controllo emotivo dei genitori e degli adulti che si occupano dei bambini, per trasferire sicurezza.
L’autore in merito alle regole dice: “La regola è una procedura, un aiuto, è una mappa, un semaforo.”
Ricordati che con le regole non devi infondere paura, non sono un ordine o un comando assoluto, prescrizioni inderogabili in senso costrittivo o imperativo; piuttosto sono una procedura che serve ai bambini per orientarsi, per trovare la via della serenità e della sicurezza. Dare delle regole significa fornire un servizio ai nostri figli, con cui possono muoversi concretamente.
Questi sono i motivi per cui ti consiglio di utilizzare il principio organizzativo nella pianificazione dell’educazione dei tuoi figli.
Ti lascio con un’ultima citazione presa dal libro di Daniele Novara: “Il principio organizzativo vuole che si esca dall’idea che i figli possano fare tutto quello che devono sulla base delle parole, ossia dall’idea confidenziale, amicale, ma anche molto emotiva, che insistendo li si possa convincere ad avere comportamenti adeguati. Il caso più rovinoso è quello dei compiti, la scena più comune: quella del bambino inseguito per tutto il weekend nel tentativo più o meno disperato di farglieli fare.
Il principio organizzativo non attribuisce ai figli questa autodeterminazione, ma suggerisce la costruzione di un ambiente, una situazione, un contesto e soprattutto una serie di procedure e abitudini per cui non ci siano alternative, dove non si possa fare diversamente da quello che è previsto”.
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