Effetti collaterali del lockdown? Scordare le abitudini quotidiane

Sostanzialmente, durante il lockdown, si erano venute a creare due macrocategorie per quanto riguardava la vita tra le mura domestiche: chi si barcamenava tra l’intrattenimento dei bambini più o meno piccoli, la didattica a distanza e lo smart working e chi si dedicava, nel tempo libero, alle grandi passioni della sua vita, come ad esempio cucinare, leggere o allenarsi.

Una situazione, però, ha accomunato molte persone appartenenti ad entrambe le categorie: la perdita di alcune abitudini quotidiane, sia a livello personale che domestico.

Durante la reclusione tra le mura di casa ci siamo talmente abituati alla situazione che ci siamo un po’ lasciati andare ed abbiamo fatto lo stesso per quanto riguarda la gestione degli spazi domestici.

Mi vengono in mente moltissimi esempi: lasciare oggetti a portata di mano anziché riporli negli spazi adibiti (tanto mi servono di nuovo domani, tanto non viene nessuno), lasciare un piatto sporco nel lavello più a lungo di quando lo avremmo mai fatto di solito (tanto fra poco ci aggiungo anche i piattini e i bicchieri della merenda, tanto non viene nessuno), lasciare il letto sfatto (tanto sta poco ad arrivare sera, tanto non viene nessuno), indossare perennemente la tuta, magari con un buchetto o una macchia (tanto sono in casa, tanto non viene nessuno) e così via. Un esempio che mi riguarda direttamente? L’aspirapolvere, che a casa nostra ha anche un nome proprio, solitamente parcheggiata in lavanderia, durante il lockdown, era sempre in mezzo, per ogni evenienza e per ogni necessità, lui era lì in bella mostra pronto a raccogliere le briciole che faceva la mia bimba o le foglie che mi portavano in casa le mie cagnette. Volete ridere? Spesso è ancora qui, tra di noi, scende la sera per poi essere in bella mostra già dal mattino in cucina.

Ovviamente nessuno degli esempi sopra riportati sono dannosi per la salute o possono comportare gravi conseguenze ma, l’organizzazione è frutto di sforzi e impegno per far quadrare tutto ed è stato un peccato averla trascurata strada facendo.

Più o meno lo abbiamo fatto tutti e ci siamo anche sentiti giustificati nel farlo, vista la situazione anomala che stavamo vivendo. La particolarità, però, sta nel fatto che molti di questi comportamenti che sono perdurati per settimane, si sono evoluti in abitudini. Ebbene sì, com’è sufficiente ripetere un comportamento che vogliamo acquisire per farlo diventare un’abitudine consolidata, allo stesso modo vale il contrario per vanificarla. Ritornando alla normalità, alle nostre vite frenetiche, al lavoro, all’accudimento dei nostri cari, più che mai c’è necessità di ripristinare una routine e riorganizzare le nostre vite, in primis per noi stessi.

Vivere in maniera organizzata deve essere una scelta di vita che adottiamo con la consapevolezza che apporta soltanto benefici (vedi il Manifesto dell’organizzazione di APOI). Non lo dobbiamo fare solo perché ci arrivano ospiti o perché temiamo il giudizio altrui. Scegliere l’organizzazione e l’ordine ci semplifica la quotidianità, ci dona serenità a livello mentale e consapevolezza di avere tutto sotto controllo.

Come riacquisire un’abitudine, quindi? Le parole chiave sono: motivazione, costanza, perseveranza.

La motivazione è il motore che innesca il desiderio di cambiamento ed è il desiderio di raggiungere un determinato obiettivo.

Compresa la motivazione, dobbiamo compiere le specifiche azioni per raggiungere lo scopo con costanza, frequentemente, anche usando degli strumenti che possano aiutarci nel ricordare di fare una certa cosa (sveglia, agenda, calendario, etc.).

Infine compiere un’azione con perseveranza, continuando a farla anche se i risultati non sono immediatamente visibili, aiutandoci ponendoci piccoli traguardi facilmente raggiungibili ma che hanno lo scopo di mantenere alta, nuovamente, la motivazione.

Acquisire un’abitudine ha uno schema circolare che, seguito per una media di 66 giorni, (secondo lo studio della Dott.ssa Lally, University College di Londra ) produce un processo consolidato.

Quali sono le piccole abitudini di tutti i giorni che potrebbero semplificarci la vita?

  • Rifare il letto appena ci si alza perché aiuta, vedendo la stanza in ordine, a sentirsi emotivamente più tranquilli e pronti ad affrontare la giornata;
  • Arieggiare le stanze perché l’aria fresca e pulita fa bene al nostro cervello, stimola le capacità cognitive;
  • Dedicare 15 minuti a riporre nel loro posto gli oggetti sparsi perché così saremo capaci di ritrovarli immediatamente quando ci serviranno ed eviteremo accumuli che ci faranno perdere tempo anche durante le pulizie;
  • Resettare divani e cuscini perché quando apriremo la porta di casa, al rientro, saremo accolti da un ambiente ordinato che ci regalerà un senso di accoglienza e benessere;
  • Regalandoci qualche minuto per noi stessi prima di lasciare casa, magari per spruzzare un po’ di quel profumo che ci piace tanto, indossando quella camicia che teniamo da conto solo per le occasioni speciali o stendendo un velo di rossetto.

Questo sarà solo qualche piccolo passo verso un nuovo stato mentale che ci aiuterà a sentirci meno stressati e oberati dalle diverse incombenze quotidiane.

 

Chiara Pignolo

www.casadolcecasa-fvg.weebly.com

 

 

 

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