Conoscere il proprio cronotipo in azienda

 

Un elemento fondamentale per la produttività nel lavoro dipendente

 

A volte, quando si pensa all’organizzazione nel contesto professionale, si tende a dividere le persone in due macrocategorie: chi lavora autonomamente con la partita IVA e chi fa parte di un’organizzazione più ampia e presta le sue abilità, conoscenze e tempo a un’azienda più o meno grande e strutturata.

Spesso si ipotizza che tra queste due categorie lo stile organizzativo debba essere necessariamente diverso perché chi è freelance, ovvero chi pratica la libera professione, dispone di una libertà che il lavoratore o la lavoratrice dipendente non ha.

Io penso che questo sia vero fino a un certo punto.

Perché, nonostante la diversa forma contrattualistica che ci lega al nostro datore di lavoro o al nostro cliente, prima di tutto noi siamo persone che lavorano.

E ognuna dispone di risorse limitate che l’organizzazione personale, intesa come competenza trasversale, può aiutarci a gestire con efficacia e soddisfazione.

Tra queste ci sono le nostre energie fisiche e mentali che ci permettono di mantenere la concentrazione su un compito e concluderlo nel minor tempo e con la maggior qualità possibile.

 

Che cos’è il cronotipo?

Il cronotipo è una caratteristica individuale che determina i ritmi circadiani di una persona, influenzando il momento della giornata in cui ogni singola persona è più attiva e concentrata. In altre parole, è il meccanismo che comanda il nostro orologio biologico interno. Conoscere e comprendere il proprio cronotipo è cruciale per massimizzare la produttività e il dispendio delle proprie risorse limitate. Indifferentemente che tu abbia la partita IVA o lavori come dipendente.

Esistono diversi cronotipi e altrettanti professionisti che li hanno studiati approfonditamente.

Tra questi voglio segnalarti il lavoro del cronobiologo Till Roenneberg che nel 2000 ha realizzato un importante studio attraverso il Munich Chronotype Questionnaire e il lavoro del Dott. Micheal J. Breus, psicologo clinico e specialista del sonno, famoso per il suo libro “Il potere del quando”.

Per semplificare al massimo e darti gli strumenti per proseguire questa lettura, i cronotipi si suddividono principalmente in tre famiglie:

  • le allodole, ovvero le persone mattiniere che non faticano a svegliarsi presto e vivono il loro massimo picco di energia nelle prime ore del giorno;
  • i gufi, il loro esatto opposto, che faticano a mettersi in moto la mattina ma che potrebbero proseguire nel lavoro a lungo, anche a sera o persino qualche ora nella notte;
  • un gruppo intermedio tra i primi due, che bene si allinea ai classici orari di lavoro, senza grandi oscillazioni e preferenze in un senso o nell’altro.

Se ti interessa approfondire l’argomento, puoi sicuramente seguire i lavori degli esperti che ho nominato, ma se vuoi mettere in pratica fin da subito il concetto, è sufficiente per alcuni giorni osservare l’andamento delle proprie energie e, ancora meglio, tenere un diario delle attività quotidiane annotando i momenti in cui percepisci picchi e cali in questo senso. Dopo qualche giorno, emergono chiaramente i modelli individuali.

 

Perché dovresti preoccuparti del tuo cronotipo?

Quando lavori come dipendente, solitamente ti viene chiesto di adattare il tuo tempo del lavoro a orari prestabiliti dell’azienda di cui fai parte. A volte, ti viene offerta una maggiore o minore flessibilità per distribuire il tuo carico di lavoro, ad esempio, una flessibilità di ingresso tra le 8 e le 9 del mattino, con conseguente uscita dopo otto ore dall’orario di inizio. La flessibilità è un’ottima cosa ma ciò non toglie che esista un accordo di adempienza di certi orari di lavoro e, in quanto tale, vada rispettato.

Tuttavia, comprendere il proprio cronotipo può essere un elemento chiave per ottimizzare la tua produttività all’interno di questi vincoli.

Immagina di essere un gufo costretto a iniziare la giornata lavorativa alle 7 del mattino. Senza una consapevolezza del tuo cronotipo, potresti lottare con la stanchezza e la mancanza di concentrazione durante le prime ore del giorno. Conoscendo il tuo cronotipo, potrai pianificare attività più impegnative nel pomeriggio o la sera, sfruttando al meglio il tuo picco di energia.

 

La responsabilità è individuale anche nella gestione del tempo

Nonostante gli orari imposti dal datore di lavoro, ognuno di noi è responsabile del proprio rendimento. Responsabilità la intendo quindi come respons-abilità, la capacità di dare una risposta, con le tue azioni e i tuoi comportamenti, agli stimoli che arrivano dall’esterno.

Conoscere il proprio cronotipo è un passo fondamentale per assumersi questa responsabilità in modo consapevole. Se, ad esempio, sai che la tua massima produttività è nelle prime ore del mattino, puoi evitare di convocare riunioni come prima cosa nella giornata, pianificandole al contrario dalle 10, aspettare ad aprire l’account di posta e concentrarti su uno o più dei compiti più importanti da portare a termine nella giornata.

La sfida successiva è trovare un modo per integrare, per quanto possibile, il rispetto del proprio cronotipo nel contesto lavorativo collaborativo tipico del lavoro dipendente.

Questo richiede una comunicazione aperta e trasparente con le persone che lavorano con te, dal collega della scrivania accanto fino al tuo diretto o diretta responsabile. Insieme, esplorate opzioni come orari flessibili, smart working o la possibilità di pianificare le attività più impegnative durante il tuo periodo di massima energia.

Voglio sottolineare che l’obiettivo non è sfuggire completamente agli orari stabiliti, ma piuttosto lavorare in sinergia con il proprio ritmo biologico per massimizzare l’efficienza e il benessere sul posto di lavoro. Obiettivo che, a cascata, avrà un impatto positivo sulla qualità del tuo lavoro e sul profitto dell’azienda per cui operi.

 

Il cronotipo è per tutte e tutti, non solo per chi è freelance

Credo davvero che conoscere il proprio cronotipo sia più che sensato anche quando si lavora come dipendente.

Essere consapevoli dei propri ritmi ci permette di gestire efficacemente il nostro tempo, qualunque sia il nostro lavoro.

Nonostante gli eventuali vincoli orari imposti dal datore di lavoro, da un cliente o dal far parte di un gruppo che opera, per esempio, su fusi orari diversi, la responsabilità individuale nella gestione del tempo è fondamentale per il successo professionale e il raggiungimento dei risultati desiderati. Personali ma anche dell’azienda.

 

Chiara Battaglioni

 

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